Il saggio ripercorre la leggenda della traslazione del corpo di San Marco da Alessandria d'Egitto a Venezia, l'avventurosa impresa che mercanti veneziani portarono a compimento nell'828, e rievoca personaggi e suggestioni di quel tempo perduto. Nell'approfondimento storico-archeologico indizi circostanziali portano a credere che nel IV secolo, al tempo della pax costantiniana, siano state introdotte nell'urna del santo le reliquie di un eroe pagano per proteggerle dai saccheggi di fanatici cristiani.
È verosimile che nella cassa siano conservate le ossa di almeno due cadaveri: c'è, infatti, una palese contraddizione tra l'entità del corpus dell'Evangelista secondo la tradizione e la consistenza dei resti accertati nella ricognizione effettuata nel 1811 nella Basilica marciana.
Il saggio narrativo su S. Marco, per mio conto, merita più di un generico consenso: è una buona e dotta narrazione che vale un contributo agli studi marciani.
Antonio Niero