Commento dell'editore:
L'angoscia di Otello non è semplice frutto della gelosia, ma nasce e cresce a poco a poco in lui dall'idea, dal timore che il suo mondo morale venga tradito e distrutto; quel mondo che lo spinge a riporre una fiducia troppo ingenua nell'onestà degli uomini e che lo fa cadere. Iago, vittima del proprio ego, si ribella al ruolo subalterno che il destino gli ha dato e pretende di avere i poteri d'un artista, d'un creatore: plasmare anime vive. Fra le tragedie di Shakespeare, Otello è certamente una delle più "umane".
«O maledetto scellerato! A frustate, diavoli,
toglietemi questa visione celestiale;
sballottatemi in vortici di vento,
bruciatemi nello zolfo, trascinatemi
in precipiti abissi di fuoco liquido!
Oh, Desdemona, Desdemona, morta!»