Otranto. Il mosaico pavimentale della cattedrale XII secolo / The mosaic pavement of cathedral 12th century


PREZZO : EUR 12,00€
CODICE: ISBN 888086193X EAN 9788880861935
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: Foto originali di:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : -
DISPONIBILITA': Disponibile


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Otranto. Il mosaico pavimentale della cattedrale XII secolo / The mosaic pavement of cathedral 12th century

PREZZO : EUR 12,00€

CODICE :
ISBN 888086193X
EAN 9788880861935

AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
Autore: Foto originali di:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:



ANNO:
2017

DISPONIBILITA':
Disponibile

CARATTERISTICHE TECNICHE:
96 pagine
Ill. colori
Brossura
cm 21 x 29,7

NOTE:
Prima edizione: 1997

DESCRIZIONE:

Commento dell'editore:
L'elemento di maggior richiamo internazionale della cattedrale normanna di Otranto (consacrata nel 1088) è il mosaico pavimentale – tecnicamente opus tessellatum – eseguito tra il 1163 e il 1165 che come un immenso tappeto di preghiera ricopre le tre navate del sacro tempio, abside inclusa, salvo lacune e integrazioni occorse in epoche diverse.
Del committente (Gionata) e dell'esecutore (Pantaleone) sappiamo soltanto quello che svelano quest'epigrafi; è stata avanzata l'ipotesi che Pantaleone fosse un monaco bizantino del monastero otrantino di S. Nicola di Casole dove avrebbe potuto assimilare il complesso "armamentario spirituale che gli permise di concepire un'opera d'arte del genere e successivamente realizzarla". Ma per quanto affascinante, quest'ipotesi è destinata a rimanere tale.
Da un punto di vista figurativo l'opera ha l'elemento guida nel grande albero che, a partire dall'ingresso alla navata, protende tronco e rami fin quasi all'abside, animato da una schiera favolosa di figure umane e animali, alcune accompagnate da parole esplicative. L'albero, ossia la rappresentazione cristiana dell'albero della vita, è sorretto da due elefanti contrapposti, interpretati come Adamo ed Eva ma, più probabilmente, privi di un significato simbolico preciso.
Un'interpretazione complessiva dell'opera è assai ardua e bisogna tenere conto delle distruzioni e delle scene che hanno un valore meramente decorativo. Probabilmente nella navata centrale si snoda "un discorso rassicurante, quasi una predica figurativa che dal peccato giunge", non senza difficoltà, alla salvezza. È un discorso che non contempla un rigoroso rispetto dell'ordine biblico e nel suo svolgersi ha continui addentellati ai testi chiave della cultura universalistica del Medioevo. Così le storie della Torre di Babele e del Diluvio rendono espliciti i risvolti del peccato, mentre la successiva raffigurazione del lavoro dell'uomo nei dodici mesi, rappresenta l'espiazione di quei peccati. Nell'abside le figure di Sansone e di Giona, simboli medievali di Cristo, sono anch'esse una rappresentazione della sconfitta del peccato. Allo stesso modo nella navata sinistra la rappresentazione dell'Inferno e del Paradiso, trova una sua logica complessiva, specialmente nella raffigurazione della piccola figura dell'Angelo del Giudizio (figura alata in basso con la bilancia in mano): ancora una volta la condizione di chi è sempre salvato e di chi è per sempre dannato.


ARGOMENTO: , , , , , , , , , ,
GENERE: , ,