Seconda di copertina:
Sul finire del Primo Millennio, una banda di Ungari si presenta attorno a Pavia, capitale del Regno Italico; il loro capo voivoda Salardo, chiede in cambio della pace, una grande quantità di oro e d'argento. I pavesi non accettano nemmeno di trattare, sicuri come sono delle formidabili mura cui i barbari non oseranno dar l'assalto. Gli Ungari in effetti non attaccano, ma inondano Pavia di frecce e di anfore incendiarie, che trasformano la città in un rogo infernale. Pavia brucia; e si svolge in essa la breve vicenda della bellissima e misteriosa Selvaggia, accusata di stregoneria e di tradimento, e del giovane cavaliere Marco di Zerbi, che di lei, a prima vista, s'è perdutamente innamorato. Partendo da un manipolo di documenti, di per sé scarsamente rilevanti (si riferiscono a un incendio scoppiato in Oltrepò nel 1924) Mino Milani ci trasporta, con questo suo quinto "Libro di San Siro", in una Pavia lontanissima nel tempo; e ne descrive in pagine drammatiche l'agonia. Storia e invenzione, realtà e fantasia si intrecciano, in questo singolarissimo racconto pavese, avvincendo il lettore dalla prima pagina alla sconcertante ed inquietante conclusione.