Commento dell'editore e quarta di copertina:
Ecco allora sostituire all'amore il sesso; alla ricerca della perfezione l'abbandono al vizio; al linguaggio eletto la dialettalità.
Cesare Segre
Come era avvenuto in Provenza, così pure nell'antica poesia italiana si legge, accanto alle rarefatte prove stilnovistiche, una lirica dal diverso accento: fiorita nella seconda metà del Duecento, originariamente toscana, nel corso del XIV secolo giungerà a Perugia, a Roma, a Treviso. Etichettata in molti modi, questa poesia di volta in volta comica, burlesca o giocosa è assolutamente omogenea nelle sue caratteristiche: i temi realistici, i colori e le sonorità della lingua dialettale, la scelta del sonetto come genere esclusivo. Prediletti non solo da "specialisti" come Cecco Angiolieri, Folgore da San Gimignano o Cenne da la Chitarra, ma anche dai maestri della poesia alta come Rustico, Guinizelli, gli stessi Dante e Cavalcanti, questi versi irriverenti e spregiudicati si rivelano come una delle migliori e più sorprendenti sperimentazioni del linguaggio espressionista medievale.
Indice:
pag. 5 Introduzione di Marco Berisso
52 Nota al testo
55 Bibliografia generale
POESIA COMICA DEL MEDIOEVO ITALIANO
65 Guittone d'Arezzo
79 Il Fiore
91 Rustico Filippi
119 Iacopo da Lèona
123 Guido Guinizzelli
129 Guido Cavalcanti
135 Dante Alighieri
151 Dante da Maiano
155 Muscia da Siena
165 Cecco Angiolieri
225 Meo dei Tolomei
241 Iacomo dei Tolomei
245 Giuntino Lanfredi
249 Immanuel Romano
257 Gualpertino da Coderta
261 Folgore da San Gimignano
281 Cenne da la Chitarra
303 Pietro dei Faitinelli
313 Nicolò de' Rossi
321 Cecco Nuccoli
327 Tenzoni dei poeti perugini
337 Pieraccio Tedaldi
345 Matteo Frescobaldi
349 Tenzone tra Ventura Monachi e Giovanni di Lambertuccio Frescobaldi
355 Antonio da Ferrara
361 Antonio Pucci
367 Franco Sacchetti