LORENZO IL MAGNIFICO - POESIE
Lorenzo il Magnifico non fu solo lo statista più autorevole del Quattrocento, accorto stratega di una politica di equilibrio che garantì molti anni di pace ai vari stati regionali italiani; fu anche uomo di autentici interessi culturali, mecenate sensibile e raffinato, che nella pratica letteraria, maturata in stretto rapporto coi filosofi e poeti accolti alla sua corte, trovò compenso e armonico completamento all'azione di governo. In proprio, Lorenzo coltivò una eclettica vena poetica, che lo portò a misurarsi coi generi più diversi: dai poemetti mitologici e rusticani alle laudi e ai capitoli religiosi, dalla lirica di matrice stilnovistica e petrarchesca alle canzoni a ballo e - strepitosa invenzione - ai canti carnascialeschi
POLIZIANO - POESIE ITALIANE
" Non c'è niente come la grazia un po' ispida e l'eleganza agretta dell'ottava polizianesca che illumini e impercettibilmente oscuri il quadro che ci presenta: un quadro che, si tratti della primavera o della caccia, dell'amore o della festa, è sempre lo stesso impalpabile dipinto di gioia vitale e d'insidia mortale, di estasi e di timore. Questo sentimento bifronte è poco sopportabile nei suoi prolissi traslati mitologici, ma è toccante e incantevole quando trova con naturalezza gli stessi elementari simboli della poesia popolare: la rosa, il prato, la selva e la sua fauna, la donzella e l'amadore. Tra maniera e spontaneità, tra squisitezza di richiami latini e stilnovistici e freschezza di linguaggio rustico si produce allora un amalgama difficilmente separabile e la frontiera tra artificio e estro si sposta continuamente e quasi si perde ". (Mario Luzi)