Commento dell'editore:
Se anche parlassi
le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi l'amore,
non sarei nulla.
San Paolo
Nella sua giovanile "bottega d'artista" il poeta dell'Inferno e del Paradiso creò queste "rime sparse" che divennero preziosi documenti per le sue opere immortali e per il suo intero percorso d'artista: rime inanellate dalla costante dell'amore, nelle sue più varie sfumature e occasioni. E rivelano anche al più smaliziato e scettico lettore d'oggi la loro originalità e attualità.
L'amore sentimentale e ideale, dai tratti angelicati o dolenti dello Stilnovo (Ne le man vostre, gentil donna mia, / raccomando lo spirito che more…) a quelli comici e realistici ispirati a fanciulle con ghirlandetta o a donne dall'animo crudele.
L'amore mondano e cortese che evoca eleganze e svaghi quotidiani (Sonar bracchetti, e cacciatori aizzare…), o sognanti e magici mondi d'evasione insieme a damigelle e amici (Guido, i' vorrei…).
L'amore di poesia che riunisce i suoi "fedeli" e ne sostiene il dialogo nelle frequenti canzoni epistolari, giocose tenzoni con i più cari amici (Chi udisse tossir la malfatata / moglie di Bicci vocato Forese…)
L'amore pensoso e dottrinale che conduce alle riflessioni morali e religiose: è l'Amor, che movi tua vertù dal cielo.
L'amore civile, che sotto il velame dell'immagine femminile accompagna, spiega e consola le ingiustizie dell'esilio: Tre donne intorno al cor…
Canzoni d'amore, tutte percorse da ardente inquietudine: un'inquietudine che da sette secoli non cessa di coinvolgere e affascinare il lettore.