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Commento dell'editore e seconda di copertina:
La Tradizione indù, essenzialmente fondata sui Veda, contempla differenti "punti di vista", o darśana, che vertono singolarmente su determinati aspetti del conoscibile.
Il termine darśana "si adatta a tutte le concezioni che la mente dell'uomo può avere riguardo alla realtà e, siccome la realtà è una, le diverse visioni che cercano di rivelarla debbono concordare tra loro: esse non possono avere niente di fortuito o contingente, ma devono rispecchiare i differenti punti di vista conseguiti in riferimento all'unica realtà" (S. Radhakrishnan, La filosofia indiana, vol. I).
I darśana vanno considerati alla stregua di prospettive filosofiche che offrono un'interpretazione della Realtà secondo varie angolazioni, penetrando in vario grado di profondità nell'essenza delle cose e traendone conseguentemente delle visioni caratterizzate ciascuna da una propria specifica sfera di competenza e distinte in quanto a portata, completezza e comprensività. Essi non possono contraddirsi ma abbracciano panoramiche sempre più ampie, sintetiche e unitarie compenetrandosi e completandosi a vicenda.
Il Sāṁkhya, uno dei più antichi darśana il cui codificatore è stato il saggio Kapila, si interessa della sfera della manifestazione universale e spiega l'universo fenomenico con l'interazione di due princìpi: puruṣa (anima) e prakṛti (natura). Il Sāṁkhya non si limita alla conoscenza della struttura dell'universo nella sua totalità, ma propone anche la liberazione del puruṣa dall'apparente identificazione, causata dalla non-discriminazione (aviveka), con i prodotti di prakṛti. È da sottolineare che il Sāṁkhya parla di apparente identificazione in quanto: "… nessun'anima è legata o liberata né trasmigra. Non è altro che la natura, con i suoi molteplici stadi, ad esser legata o liberata o a trasmigrare" (kārikā 62).
Le Sāṁkhyakārikā, o Strofe del Sāṁkhya, di Īśvarakṛṣṇa costituiscono il più antico testo della scuola in nostro possesso (IV-V secolo d.C.): esse sono considerate un compendio di un trattato precedente e più esteso: lo Ṣaṣtitantra, o "Trattato dei sessanta argomenti", di cui si fa menzione nella kārikā 70.
La notorietà e l'autorità delle Strofe del Sāṁkhya sono attestate dai suoi numerosi commenti tra i quali il più antico è quello ascritto a Gauḍapāda e che viene presentato in questa edizione.
Indice:
pag. 7 Prefazione
11 Nota storico-bibliografica
15 Introduzione
25 Sāṁkhyakārikā