Commento dell'editore:
Tra i molti personaggi della Commedia ce n'è uno in più: è il Dante onirico che – nelle tre notti che scandiscono la scalata del monte del Purgatorio – si imbatte in aquile rapitrici, donne nauseabonde, mendaci sirene, e antiche figure bibliche. Un immaginario visivo in cui si sedimentano concezioni della Patristica e della Scolastica, cultura classica e tradizioni popolari, teorie mediche d'avanguardia e ancestrali timori della notte. Il Dante notturno – tra pulsioni all'ascesa e residui corporei, tra amore e desiderio di conoscenza – è la proiezione di un viator impegnato in un percorso che dal «fondo a tutto l'universo» lo porterà all'ingresso nei cieli paradisiaci: i tre sogni, nell'ambiguità che è loro connaturata, si presentano come momenti di un percorso di purificazione interiore e di perfezionamento della visione. In una drammaturgia tutta interiore, la dimensione autobiografica si intreccia ad alcuni grandi racconti mitici e biblici (Ganimede, Ulisse, Giacobbe, Adamo) inscenati sul palcoscenico del sogno.