Seconda di copertina:
Stilicone, generale romano di origine vandala, parens degli imperatori, a lungo supremo magistrato militare con poteri dittatoriali, rimane tra i personaggi più controversi e affascinanti della tarda antichità. Straordinario talento strategico, artefice delle ultime grandi vittorie contro i barbari (Alarico a Pollenzo e Verona, Radagaiso a Fiesole), vide tragicamente fallire il suo ambizioso disegno politico, ereditato da Teodosio: mantenere l'unità del mondo romano, irrimediabilmente minata dalla frattura tra Oriente e Occidente. Giustizjato a Ravenna nel 408, l'ultimo eroe di un mondo imperiale e universalistico sarebbe ingiustamente passato alla storia come ambizioso traditore.
In questo saggio, completato nel 1942 ma ancora esemplare per la rigorosa sintesi di storia politica e storia amministrativa, Santo Mazzarino ricostruisce e reinterpreta il problema Stilicone, partendo da una controversa questione storiografica: lo statuto giuridico dell'Illirico, conteso tra Milano e Costantinopoli.
Ma ben presto l'orizzonte si allarga, per illuminare il dramma politico e umano di Stilicone, la sua personalità complessa e viva, la sconfitta di un progetto ricco di slanci utopici, teso a perpetuare il passato ma già immerso in una situazione che prefigura il medioevo.
Emergono così i poderosi contrasti di un'epoca di crisi: la lotta tra il potere centrale e un'aristocrazia senatoria tesa a difendere i propri interessi economici, le spinte autonomiste e le aggressioni dei barbari, il rapporto tra Stato e Chiesa, il retaggio pagano e le spinte ereticali, le rivalità tra Roma e Costantinopoli, tra Roma e Milano... E, al centro di questi violenti travagli, il rnassimo problema storico del tardoantico: perché l'Oriente riuscì a sopravvivere, mentre l'Occidente
crollava?
Superando il concetto di decadenza a favore di una visione più sottilmente articolata dell'evoluzione storica, Mazzarino mette in luce la frattura tra la cultura orientale - cittadina e burocratica, religiosa e conservatrice, più salda nonostante gli apparenti rivolgimenti - e la cultura occidentale - già quasi feudale, politica, ossia umana e rivoluzionaria, che quindi crea e subisce la crisi. In questa prospettiva Stilicone, sulla scia di uomini di statura gigantesca come Cesare, Diocleziano e Costantino, seppur vinto dalla storia finisce per incarnare almeno in parte valori progressivi. Oltre la fine del mondo antico, sta prendendo forma un'epoca nuova.
Quarta di copertina:
Qual era la politica di quest'uomo che segna, con la sua attività dominatrice, lo sforzo di salvare un mondo in decadenza, e con la sua caduta definitiva il sopravvenire necessario - e inevitabile - di un mondo nuovo, che all'antico si riconnettesse, non come semplice continuazione, ma come continuazione e insieme antitesi?
Santo Mazzarino
Indice:
Introduzione
V L'antico destino degli uomini vinti, di Andrea Giardina
Stilicone
3 Prefazione
7 I. L'Illirico prima del 395
7 II. Le due "Partes"
73 III. La dittatura di Stilicone
85 IV. La difesa dell'Impero
133 V. La lotta politica in Oriente
163 VI. Il senato e il governo
181 VII. Anni decisivi
225 Conclusione
245 Appendice
287 Note
Indici
425 1. Indice delle fonti
463 2. Indice prosopografico
467 3. Autori moderni citati.