Storia della musica (The New Oxford History of Music)

III. Ars Nova e Umanesimo (1300-1540)

PREZZO : EUR 60,00€
CODICE:
AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
A cura di: , Traduzione dall'inglese di:
EDITORE/PRODUTTORE :
COLLANA/SERIE : , III
DISPONIBILITA': In esaurimento


TITOLO/DENOMINAZIONE:
Storia della musica (The New Oxford History of Music)
III. Ars Nova e Umanesimo (1300-1540)
PREZZO : EUR 60,00€

CODICE :



AUTORE/CURATORE/ARTISTA :
A cura di: , Traduzione dall'inglese di:

EDITORE/PRODUTTORE:


COLLANA/SERIE:
, III

ANNO:
1964

DISPONIBILITA':
In esaurimento

CARATTERISTICHE TECNICHE:
630 pagine
8 tavv. a colori, 9 ill. b/n
Rilegato in tela con sovracoperta
cm 15 x 24 x 4
gr 1270

NOTE:
Titolo originale: New Oxford History of Music III. Ars Nova and the Renaissance (1300-1540), Oxford University Press, London, 1960

DESCRIZIONE:

Seconda e terza di copertina:
Questo terzo volume della oxfordiana Storia della musica illustra le vicende di un periodo di capitale importanza per l'arte musicale e la cultura europee; il periodo dell'umanesimo e del primo rinascimento, in cui la musica si liberò da una secolare servitù e raggiunse la dignità di arte autonoma. L'opera di emancipazione della musica si compì grazie allo sviluppo rigoglioso della polifonia, reso possibile a sua volta dall'impiego sempre più vasto e raffinato del contrappunto.
La tradizione, prima di restare travolta dalle tendenze innovatrici, tentò tuttavia disperate difese, affidandosi ai teorici che le erano rimasti fedeli, come il De Muris, e ricorrendo persino alla massima autorità religiosa: fu così che il Papa Giovanni XXII emanò dalla sua residenza di Avignone una bolla che è considerata il primo codice giuridico della musica di chiesa.
Ma a poco valse l'ammonimento pontificio, tant'è vero che quasi contemporaneamente Philippe de Vitry poteva scrivere il trattato dell'Ars Nova, da cui nuovo impulso venne alla rivoluzione musicale in atto già da vari decenni. Il fatto è che ormai la musica seguiva leggi proprie e si sviluppava secondo un'evoluzione delle forme, contro cui nulla potevano i rimpianti degli oscurantisti o le esigenze del culto religioso.
A questa naturale evoluzione della musica si aggiunsero una più intensa laicizzazione della cultura e dell'arte e il riscatto in forme colte di temi e modi "volgari." Di qui comincia l'affermazione della musica profana, una musica che pur tingendosi dei caratteri nazionali raggiunge dimensioni europee in seguito ai frequentissimi scambi di artisti fra le varie corti principesche, e a una rapida circolazione di scuole e correnti musicali lungo itinerari che è affascinante ripercorrere sulla scorta di documenti certi e di ingegnose ipotesi.
In questo periodo, il passaggio obbligato di ogni esperienza e rinnovamento musicale è l'Italia, dove le astuzie tecniche e le invenzioni formali si piegano al servizio di una felice fantasia. Dai mensuralisti francesi, dai maestri inglesi, tra cui spicca la grande figura di Dunstaple, fino ai primi franco-fiamminghi, come Grénon, Tapissier e Cordier, tutti i maggiori esponenti dell'Ars Nova europea passano per le corti, le cappelle e le chiese italiane, o almeno hanno rapporti con esse. Roma, Padova, Venezia, Milano, Mantova, Modena, Ferrara sono centri di fervida attività musicale, in cui le diverse esperienze polifoniche entrano in contatto fra di loro e si arricchiscono a vicenda.
Ma è l'Ars Nova fiorentina, soprattutto, ad esercitare profonda influenza sul clima musicale europeo e a preparare, in un certo senso, la splendida fioritura dell'arte fiamminga, da Dufay a Okeghem, da Tinctoris a Obrecht, da Josquin des Prés ad Orlando di Lasso, l'Orfeo belga. Non è senza significato che la scuola fiamminga si sia poi riversata nelle varie scuole che da essa germinarono in ltalia: questo fatto ci dà la misura del generoso scambio di forze e di idee artistiche che per intensità e ricchezza è rimasto unico nella storia della musica.
Anche questo volume, come gli altri che l'hanno preceduto e che gli seguiranno, è stato scritto da una équipe, diretta da Anselm Hughes e Gerald Abraham. Fra gli specialisti di fama mondiale che vi hanno partecipato ricordiamo Leonard Ellingwood, Frank Hartison, Manfred Bukofzer e Nanie Bridgman. Il volume si conclude con due ampi capitoli dedicati alle composizioni stumentali dal XII agli inizi del XVI secolo e a una essenziale storia degli strumenti musicali dell'epoca.


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