Con XXV documenti inediti
Commento dell'editore e quarta di copertina:
La storia che proponiamo, quella della leggendaria Lega Lombarda sorta a Pontida il 7 Aprile 1167, storia affascinante, erudita, faziosa quanto basta, ben farcita di documenti e dotte citazioni, narrata nel secolo scorso eppure in buona parte singolarmente fresca e persin scorrevole, prende le mosse da un evento cruciale per gli italici destini, consumatosi oltralpe: l'ascesa al trono imperiale di quel Federico altrimenti noto come Barbarossa. Egli ed egli solo ebbe il merito eccelso di creare le condizioni ideali perché avvenisse l'unione militare dei comuni lombardi e non solo (e i presupposti perché si evolvesse in politica e morale), in salvaguardia delle sacrosante autonomie di ciascuno pur nel riconoscimento dovuto, e mai messo in discussione, della imperiale sovranità. Un autentico miracolo che durò fintanto che la sua esaltata bellicosità ebbe il sopravvento sulla realpolitik, altra faccia della teutonica medaglia, spingendolo a voler ghermire con la forza ciò che in seguito ottenne in tutta tranquillità. Giuridicamente le pretese del Barbarossa erano ineccepibili, soprattutto nei confronti di Milano, che da qualche tempo si stava appropriando di regalie spettanti all'imperatore e pretendeva di esercitare la giurisdizione imperiale. Sicchè il bellicoso imperatore non trovava di meglio che calare periodicamente in Italia e devastare terre e città a lui ostili. Milano fu rasa al suolo nel 1162 e la sua popolazione evacuata in cinque località due miglia fuori porta, dove visse fino al 1167, quando nacque a Pontida la Lega Lombarda, che si proponeva di "impedire che alcun esercito, piccolo o grosso, di Germania o di qualunque altra contrada dell'impero, che trovasi al di là dei monti, entri in Italia". Federico, messa al bando la Lega, calò in Italia per la quinta volta e fu sconfitto (29 maggio 1176) in quel di Legnano. Così, dopo aver pagato la sconfitta, decise di cambiar registro: visto che Milano cercava inutilmente di far passare la vittoria della Lega come vittoria dell'Italia tutta contro l'usurpatore straniero, sottintendendo la ben più prosaica volontà di ampliare la propria politica oltre la cerchia dei navigli e di proporsi come comune leader, con ciò intaccando l'esito della vittoria di Legnano, il Barbarossa avviò una manovra di rappacificamento con la metropoli ambrosiana. Milano accettò l'amicizia imperiale, che le venne offerta unitamente a un cospicuo pacchetto di privilegi, e decretò in pratica l'inizio dell'agonia della Lega.