BUONE CONDIZIONI
Quarta di copertina:
Gombrowicz passeggia attraverso la cultura secondo il suo stile "in privato". Ed ecco a quali bestemmie giunge con la più grande tranquillità. La Divina Commedia un poema misero, noioso, malvagio?... La Divina Commedia un poema mostruoso che offende i nostri sentimenti più sacri?... Dante un uomo meschino e vile?... Ci troviamo di fronte ad un ribaltamento inatteso della nostra venerazione secolare.
Questa maniera di trattare i geni "in privato" con piena libertà mette in evidenza una verità fastidiosa e accuratamente dimenticata dalla critica: la nostra relazione con i capolavori del passato è duplice. Sì, noi veneriamo il Dante gigante del pensiero, il Dante genio; ma nello stesso tempo ci sentiamo superiori a lui, noi del XX secolo, con 600 anni di più. Dunque, noi l'ammiriamo e disprezziamo; egli ci incanta e ci annoia.