La storia dell’arte libera la testa
Commento dell'editore:
Un libro, come non ne esistono altri, su uno dei più importanti artisti del Rinascimento; una scorribanda attraverso secoli di storia, italiana e non, per capire il peso figurativo di Andrea Mantegna e fare i conti con il suo rigore poetico e politico.
Le drastiche scelte espressive di Andrea Mantegna (1431-1506), improntate a riserbo e rigore, costituiscono una delle proposte più avanzate del Rinascimento italiano, elaborata nella Padova cruciale di Donatello e di Squarcione. La corte dei Gonzaga si adopera a orchestrare il mito dell’artista, che si trasferisce a Mantova dal 1460 fino alla morte, osservando da lontano l’infrangersi dei propri ideali figurativi. Il resoconto di una battaglia perduta prende vita attraverso un serrato montaggio di immagini, a colori e in bianco e nero, e tramite modelli espressivi differenti, incastrati nella cornice di una visita all’esposizione dell’artista allestita alla Royal Academy di Londra nel 1992; questa è l’occasione per una riflessione sulle grandi mostre e sul mecenatismo culturale del tardo Novecento.
Il contrastante successo nei secoli di Mantegna viene ricostruito attraverso episodi concreti, volti a mettere in luce lo stretto legame fra il pittore e gli scrittori, dai suoi contemporanei ai nostri contemporanei. La ricerca procede tra accumuli eruditi, parentesi didattiche, divagazioni divertite, affondi polemici, mentre ogni epoca scopre un Mantegna diverso e il libro, di pagina in pagina, di nota in nota, si trasforma in un portolano su come si fa la storia dell’arte oggi.