Commento dell'editore:
Un percorso storico e critico agli albori della lingua italiana moderna: questo studio - l'ultimo scritto da Maria Corti prima della sua scomparsa, alla fine di febbraio del 2002 - approfondisce il passaggio tra il latino cristiano e l'italiano volgare, una "lingua letteraria dal forte, secolare divario rispetto alle parlate e ai dialetti della penisola".
Quarta di copertina:
"Mentre un pesante silenzio ci separa da secoli lontani, che sembrano per sempre dispersi, ormai assenti da noi uomini di fine millennio, una energia linguistica lenta e inarrestabile attraversa il tempo e giunge a trasformare il latino volgare dei primi secoli dopo Cristo, con le sue ombre e le sue luci, nelle cosiddette lingue neolatine dell'Europa occidentale, fra cui ha posto la lingua italiana". Per gettare un ideale ponte fra queste due realtà linguistiche, Maria Corti (1915-2002) traccia un panorama del lessico e dei fenomeni morfologici e sintattici del latino cristiano e delle loro sopravvivenze nella nostra epoca, per evitare il rischio che la lingua che oggi usiamo porti con sé "i tesori della tradizione come un bagaglio morto oppure situato in un ripostiglio cerebrale di pochi italiani", nella convinzione che "una lingua esiste unicamente in funzione dello spirito di chi la usa".
Sommario:
pag. 7 Presentazione (Angelo Stella)
9 Un ponte tra latino e italiano
43 Da Passio SS. Perpetuae et Felicitatis