Quarta di copertina:
Non sta a me, nella mia veste di indagatrice, giudicare un essere umano, ma trovo che il giudizio sia necessario per capire una morte violenta. Tutti, qui dentro, avevano un preciso motivo per detestare l'abate Ultán; persino i suoi collaboratori più stretti… o meglio, specialmente loro…
Una preghiera per i dannati
Irlanda, Anno Domini 667. Dopo un anno di matrimonio di prova, Fidelma ed Eadulf stanno finalmente per convolare a nozze. La festa è però interrotta dall'arrivo dell'abate Ultán, un potente ecclesiastico che, fedele ai dettami della Chiesa di Roma, vorrebbe impedire l'unione tra una suora (Fidelma) e un monaco (Eadulf). E se il bilioso Ultán non riesce nel suo intento, è solo perché qualcuno provvede ad assassinarlo. Dopo una rapida inchiesta, i sospetti su appuntano su Muirchertach, uno dei sovrani dei Cinque Regni d'Irlanda. Costui, infatti, aveva innumerevoli motivi d'astio nei confronti della vittima. Messo alle strette, tuttavia, Muirchertach si proclama estraneo all'omicidio e incarica Fidelma di individuare il vero assassino. La monaca-detective si mette subito al lavoro e scopre che l'abate era odiato a morte da una schiera infinita di personaggi. Se spesso, in passato, Fidelma si era trovata davanti alla mancanza di moventi e sospetti, qui, per la prima volta, deve affrontare il problema opposto: troppi assassini potenziali e troppi moventi possibili…