Prefazione di S. Em.za il Signor Cardinale Santos Abril y Castellò, Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore:
Il Capitolo della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in segno di tangibile devota riconoscenza a Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete Emerito per aver incoraggiato, avviato e sostenuto Studia Liberiana.
Come Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, ministero che per la sua benevolenza il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto affidare alla mia persona, ho "ereditato" anche la Collana Studia Liberiana, attiva sotto gli auspici del Capitolo della Basilica e con il coordinamento dell'Archivio della medesima.
Si tratta di una opportuna iniziativa che il Card. Bernard Francis Law ha convintamente incoraggiato e accompagnato e che io pure intendo a mia volta adeguatamente sostenere e sviluppare.
A tale riguardo, desidero manifestare un grato pensiero a Mons. Michał Jagosz, Prefetto dell'Archivio, il quale con apprezzabile dedizione cura l'impegnativa iniziativa editoriale, di cui il presente è il quinto volume.
In questo libro mons. Vincenzo Ferrara, già sotto-segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Protonotaro Apostolico e Canonico della nostra Basilica, appronta una poderosa dissertazione sulla base dei componimenti della scuola siculo-toscana presenti nel Frammento Liberiano - che ha inaugurato le pubblicazioni degli Studia - focalizzando quei tratti essenziali della poesia siciliana che si diffuse nell'Italia centrale grazie alle traduzioni e alle imitazioni che ne elaborò, nei decenni immediatamente successivi, un gruppo di poeti toscani che riconosceva come proprio maestro Guittone d'Arezzo; per la loro opera di diffusione dei testi siciliani e per l'influenza da essi subita, i poeti di questo gruppo vengono definiti appunto siculo-toscani.
Ma nel Frammento numerose sono le testimonianze di un poetare più "moderno", quello che è universalmente noto come "Dolce stil novo", secondo la celebre denominazione con cui Dante nella Commedia definì tale nuova poetica letteraria, i cui maggiori rappresentanti furono Guido Cavalcanti e Dante stesso. Fecero parte di questa tendenza altri tre poeti fiorentini: Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e uno pistoiese, Cino da Pistoia; precursore e iniziatore, però, di questo nuovo stile fu il bolognese Guido Guinizzelli.
La "novità" del "dolce stil" va cercata nell'originalità nel seguire i dettami d'Amore e nell'assoluta fedeltà nei loro confronti. Dante, infatti, per descrivere a Bonagiunta da Lucca le proprie scelte di poetica, si era espresso così: "I' mi son un che quando / Amor mi spira, noto, e a quel modo / ch'e' ditta dentro vo significando". La nuova poetica si distingue per due ragioni: anzitutto è diversa la sua concezione dell'amore, in secondo luogo l'attenzione alla fenomenologia dell'amore è guidata da una dottrina precisa: il poeta intende registrare i modi con cui esso "spira", e cioè crea nell'anima sentimenti, movimenti psicologici.
Si tratta di due questioni diverse: la prima implica una problematica teorica e filosofica (che cos'è l'amore), la seconda una scientifica e psicologica (come agisce nell'anima).
Per gli stilnovisti l'amore non è più semplice corteggiamento, ma diventa elevazione spirituale, venerazione di una donna che può assumere i tratti di un angelo, e cioè di una creatura intermediaria fra terra e cielo, fra il mondo profano e quello divino. La figura della donna-angelo cessa di essere una semplice metafora e tende a divenire una possibilità effettiva di mediazione fra il poeta e Dio. È questo un motivo nuovo, estraneo alla tradizione lirica precedente: essere "gentili" di cuore (come scrive Guinizzelli), e cioè nobili per animo e per cultura, comporta una tendenza all'elevazione spirituale che si realizza contemporaneamente nella poesia, nell'amore, nella spiritualità religiosa. Per essere fedeli ad Amore e descriverne le dinamiche psicologiche si richiedono conoscenze scientifiche e teoriche: queste cognizioni teoriche derivano dal pensiero di san Tommaso e dalla scolastica, ma anche dalla mistica francescana, insegnata all'università di Bologna dal francescano Bartolomeo da Bologna, autore di un trattato sulla luce (De luce) che ebbe un'indubbia influenza su Guinizzelli e sugli altri stilnovisti.
Degno epigono della consolidata tradizione di "canonici eruditi", i quali nei secoli passati si dedicarono agli studia humanitatis con la stessa cura che riservarono alle discipline ecclesiastiche, Mons. Ferrara conduce il lettore del presente volume in un percorso verso la comprensione profonda tanto delle fonti quanto delle suggestioni bibliche, patristiche e teologiche la cui eco pervade i testi presenti nel Frammento. Si tratta di una operazione ardua, a tratti complessa, ma sempre avvincente, che restituisce i componimenti poetici all'ambiente - caratterizzato dalla diffusa presenza di senso religioso - nel quali furono prodotti, rendendone possibile la fruizione al livello più appropriato e consapevole.
Inoltre, con l'indagine contenuta in queste pagine, mons. Ferrara contribuisce in maniera originale ad illuminare con nuova luce l'ambiente culturale nel quale vissero gli Autori dei testi del Frammento, che vengono di conseguenza debitamente ricollocati nel quadro autentico della loro epoca, un tempo in cui i mistici con fervore celebravano l'amore di Dio e i teologi con raffinate riflessioni ne affrontavano la problematica ontologica. La figura della donna-angelo è poi egregiamente mostrata quale umano e poetico riverbero di Colei che, mediatrice di tutte le grazie, viene in maniera precipua venerata nella nostra Basilica come vera Madre di Dio e nostra: la Madonna Salus Populi Romani.
Nell'esprimere a mons. Ferrara sincera riconoscenza e ammirata considerazione per il risultato del suo impegno pienamente testimoniato dalla presente opera, anche noi, uomini e donne del terzo millennio dell'era cristiana, apriamo fiduciosi e con rinnovato slancio i nostri cuori a Maria, perseverando unanimi nella preghiera e nelle buone opere, sotto la materna protezione di colei che "umile ed alta più che creatura" tutti desidera condurci al suo Divin Figlio Gesù.