Alla vigilia dell'Anno Mille, un mercante ebreo lascia il Marocco per la Francia: un viaggio che scatenerà un conflitto tra Nord e Sud, tra Oriente e Occidente, e che avrà una soluzione drammatica e inaspettata.
Nell'estate del 999 il ricco mercante ebreo Ben-Atar salpa da Tangeri alla volta di Parigi, sperduta cittadina nel cuore di un'Europa selvaggia, in fermento per l'appossimarsi dell'Anno Mille. Scopo del viaggio è ritrovare il nipote Raphael Abulafia, suo socio in affari, che fino a un paio di anni prima aveva venduto con profitto la merce dello zio in Francia. La loro collaborazione è stata troncata in seguito alle critiche rivolte alla bigamia del mercante sefardita dalla moglie di Abulafia. Compagni di viaggio di Ben-Atar sono il socio ismaelita Abu-Lufti, le due mogli e un rabbino andaluso, che ha il compito di convincere la devota moglie di Abulafia della legittimità della situazione familiare di Ben-Atar. Prima a Parigi, poi a Worms, il mercante maghrebino subisce due processi che, sebbene diano esito opposto, rappresentano entrambi la sublimazione dello scontro fra due modi diversi di vivere l'ebraismo, tra due diversi codici di comportamento all'interno di una comune fede e tradizione. E Abulafia ben rispecchia il disagio di chi è colto fra queste due realtà, lacerato dallo scontro tra Nord e Sud, tra Oriente e Occidente. Il conflitto troverà parziale soluzione solo nel dolore e nella morte, permettendo il rinsaldarsi della collaborazione commerciale tra zio e nipote. Un riavvicinamento ottenuto a grave prezzo, e ancora offuscato dalla sfiducia e dal sospetto.