Commento dell'editore:
La prima ampia antologia in lingua italiana che ricostruisce la complessa e affascinante storia del libro, commentandolo capitolo per capitolo, decriptandone le più profonde associazioni simboliche.
Frode di imbroglioni lo definì l'Ottocento positivista. Libro santo e antichissimo lo credono, ancora oggi, ebrei ortodossi di tutto il mondo. Generazioni di credenti lo hanno usato come un baluardo dell'identità ebraica, mentre per altri le sue descrizioni della divinità sono eresie che ben poco hanno di giudaico. Ai cabbalisti cristiani, dal Rinascimento al tardo Romanticismo, il Sefer ha-zohar (Il libro dello splendore) ha offerto materiale di propaganda missionaria, grazie alle profezie cristologiche che vi sarebbero adombrate. A storici del pensiero e antropologi appare come il prezioso documento di una rarefatta fenomenologia religiosa. A grandi scrittori come Proust e Borges è sembrato una fata morgana dell'immaginario, oltre che un'inesauribile fonte di racconti e di scenografie cosmiche.
In questo deposito di arcani, impervio nella lingua e oscuro nelle metafore, ognuno, in fondo, ha trovato ciò che cercava. Raro, invece, è stato un approccio storico-filologico che tendesse a penetrare nell'impalcatura simbolica del testo e a illuminarla per quanto possibile.
Questa curata da Giulio Busi è la prima ampia antologia in lingua italiana che ricostruisce la complessa e affascinante storia del libro, commentandolo capitolo per capitolo, decriptandone le più profonde associazioni simboliche. Ed evidenziando sempre l'intensissima forza contemplativa e letteraria di un'opera che, da più di sette secoli, custodisce il proprio mistero.