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Quarta di copertina:
"Verbum divinum omnis creatura". Ogni creatura - noi e le cose del mondo - è una parola divina. L'aforisma teologico di Ugo di S. Vittore compendia il senso di un'inconfondibile traiettoria linguistica. Ogni creatura solo nel Verbum divino perviene alla compiutezza del senso. La Parola, che è originariamente il suo proprio senso, vincola a sé il senso parziale di ogni altra parola. È la parola che non possiamo dire e giudicare perché condizione di ogni nostro giudizio. Ma come è possibile giudicare e parlare nella sua luce, noi, qui ed ora? Ritraendoci dal frastuono empirico delle cose verso quell'interiorità agostiniana o quell'intimum silentium mentis bonaventuriano, come spogliazione di sé da ogni atteggiamento puramente naturalistico, e collocandoci in quel Verbum, entro cui noi e le cose siamo stati pensati e creati. Noi e il mondo epifania di Dio. Non si tratta del ritorno alla mistica del linguaggio o a versioni neo-cabalistiche, bensì del tentativo di coniugare Verbum e Logos, la densità teologica della tradizione ebraica con la trasparenza concettuale della tradizione greca. È questo l'itinerario linguistico che Agostino, Anselmo e Bonaventura sviluppano, contribuendo alla definizione di un preciso "topos" linguistico nell'ambito dell'esperienza medievale. Interiore ed esteriore, intuizione e astrazione, comprensione immediata e interpretazione, realtà e concetto, luce divina e potenza conoscitiva umana, si ritrovano confusi nella nostra parola, non risolta nella descrizione empirica delle cose, ma aperta a quanto non appare in ciò che appare.
Indice:
pag. 7 Introduzione
21 CAPITOLO PRIMO: Parola e verità. La filosofia del linguaggio di Agostino
22 1. La logica del segno
23 2. Dal segno naturale al segno convenzionale
25 3. La parola modello semiotico primario
27 4. Carattere implicazionale della parola
30 5. La parola orale e il suo carattere convenzionale
32 6. I nomi e i contatti tra l'io e il mondo oggettuale
34 7. La parola esteriore e la sua funzione commemorativa
38 8. Il verbo interiore
42 Conclusione
50 Note
53 CAPITOLO SECONDO: Fides quaerens intellectum. Il linguaggio razionale di Anselmo d'Aosta
53 1. L'intellectus fidei e la scoperta della «sola ratio»
56 2. Carattere «essenziale» della parola
58 3. Il primato della parola intelligibile e la solitudine della ragione
62 4. Distinzione tra «significatio» e «appellatio»
67 5. Verso la tecnicizzazione del linguaggio
71 6. Il «posse aliquid» e il «nulla»
74 7. La parola luogo della cosalità della cosa
77 8. Dimensione alienante della «cogitatio secundum vocem»
82 9. La proposizione e la sua verità
84 10. Il dicibile e l'indicibile, ovvero i limiti del linguaggio razionale
89 11. Dal linguaggio simbolico al linguaggio razionale
93 Conclusione
97 Note
107 CAPITOLO TERZO: Verbum divinum omnis creatura. Il linguaggio simbolico di S. Bonaventura
107 1. Dalla frantumazione dei linguaggi alla loro ricomposizione
112 2. La voce come «signum verbi»
113 3. La riscoperta del segno
116 4. Parola e pensiero
120 5. I termini e l'analisi grammaticale
123 6. La proposizione e la sua verità
128 7. Le creature «ut res vel ut signa»
131 8. Verbum divinum omnis creatura
135 9. Concezione simbolica del segno
139 10. Fondazione del verbum mentis nel Verbo divino
144 Conclusione
149 Note
159 CAPITOLO QUARTO: L'esperienza linguistica medievale. Agostino Anselmo e Bonaventura
160 1. Tre versioni di filosofia del linguaggio
163 2. Alle origini della distinzione tra «cose e parole»
166 3. La Parola e le parole
170 4. Alcune implicazioni del rapporto tra mundus intelligibilis e mundus sensibilis
173 5. Onnipotenza e infinità di Dio e alcune conseguenze linguistiche
178 6. Coscienza moderna e nuova filosofia del linguaggio. Modernità dell'esperienza linguistica medievale
182 Note
187 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
187 1. S. Agostino
188 2. Anselmo d'Aosta
189 3. Bonaventura da Bagnoregio
191 INDICE DEI NOMI