Commento dell'editore:
L'attribuzione a Federico II del «Liber de coquina» e dei ricettari imparentati permette di scoprire la fastosa cucina della corte palermitana, ben radicata nel territorio, ricca di influssi arabi filtrati attraverso la mediazione normanna e sveva, ma aperta a suggerimenti nazionali e internazionali; all'inizio del Trecento, attraverso la mediazione toscana, questa prima cultura gastronomica 'italiana', sbocciata insieme alla poesia siciliana, si è ormai affermata da un capo all'altro della Penisola.
Indice:
5 Capitolo I - Il "Liber de coquina" e i ricettari imparentati
21 Capitolo II - Struttura e genesi del "Liber"
55 Capitolo III - Il copista distratto e il compilatore intendente
83 Capitolo IV - Paternità delle ricette e localizzazione geografica
99 Capitolo V - L'imperatore tra cucina e dietetica
141 Capitolo VI - L'eredità federicana
173 Capitolo VII - La fortuna dei ricettari
181 Tavole di raffronto
199 Appendice - Il "Liber" collazionato.